Grazie alla Legge di bilancio 2021 approvata lo scorso 30 dicembre, il credito d’imposta Made in Italy è esteso, per i periodi d’imposta dal 2021 al 2023, alle reti di imprese agricole e agroalimentari, anche costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi, o aderenti ai disciplinari delle “strade del vino” (articolo 2, comma 1, lettera a), della legge 27 luglio 1999, n. 268), per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico (imprese agricole-credito d’imposta e-commerce).
Il sostegno previsto dalla legge di Bilancio avviene, di fatto, riproponendo ai soggetti e alle situazioni citate, il credito d’imposta di cui all’art. 3, c. 1 D.L. 24.06.2014, n. 91, convertito, nella L. 11.08.2014, n. 116.
L’art. 3 in commento, rubricato “Interventi per il sostegno del Made in Italy”, prevede un credito d’imposta del 40% fino a un tetto massimo di 50.000 euro, per i nuovi investimenti effettuati per le finalità agevolabili sostenuti, come previsto dalla legge di Bilancio, nel triennio 2021-2023.
Il credito di imposta dovrà comparire nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo per il quale è concesso e con tutta probabilità sarà fruibile solamente in compensazione ex art. 17 D.Lgs. 9.07.1997, n. 241. Inoltre, non dovrebbe concorrere al reddito e al valore della produzione ai fini Irap.
Sarà in ogni caso un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, da emanare entro 60 giorni dalla data di approvazione della legge di Bilancio, a stabilire con certezza i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta in commento, per il quale è disposto uno stanziamento pari a 5 milioni di euro per ogni anno del triennio.
In particolare, gli interventi devono essere finalizzati:
- alla realizzazione o ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico;
- al miglioramento delle potenzialità di vendita a distanza a clienti residenti fuori del territorio nazionale;
- alla creazione di depositi fiscali virtuali nei Paesi esteri gestiti dagli stessi organi associativi agevolati;
- a favorire la stipula di accordi con gli spedizionieri doganali, anche ai fini dell’assolvimento degli oneri fiscali e per le attività e i progetti legati all’incremento delle esportazioni.
Le spese ammissibili sono relative a:
a) costi per attività di consulenza e assistenza tecnico-specialistica prestate da soggetti esterni all’aggregazione in rete, per la costituzione della rete, per la redazione del programma di rete e sviluppo del progetto;
b) costi in attivi materiali per la costruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili e per l’acquisto di materiali e attrezzature;
c) costi per tecnologie e strumentazioni hardware e software funzionali al progetto di aggregazione in rete;
d) costi di ricerca e sperimentazione;
e) costi per l’acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali;
f) costi per la formazione dei titolari d’azienda e del personale dipendente impiegato nelle attività di progetto;
g) costi per la promozione sul territorio nazionale e sui mercati internazionali dei prodotti della filiera;
h) costi per la comunicazione e la pubblicità riferiti alle attività della rete.
Lo scopo dell’intervento è favorire la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico.
Secondo il rapporto sul commercio estero “L’Italia nell’economia internazionale”, realizzato dall’agenzia Ice in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano per il 2021 si prevede una ripresa del 7,4% e poi si marcerà ad un ritmo di crescita del 5,2% dal 2022, ma il potenziale del Made in Italy resterà parzialmente inespresso se non si saprà sfruttare la leva dell’e-commerce al meglio.
Inoltre, la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti: Asia e Cina in testa. Il maggiore utilizzo dell’e-commerce, in questi Paesi, potrebbe diventare strutturale, agendo da volano per gli scambi, soprattutto nell’ambito dei beni di consumo.
Per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani è decisiva l’azione di supporto al Sistema Paese in particolare per le PMI, che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane e generano oltre il 50% dell’export, ma che sono anche le più vulnerabili e le meno preparate al processo di innovazione digitale.
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