In base ai dati che sono stati elaborati nel rapporto realizzato grazie alla collaborazione tra Commercialisti e Censis è prevista la chiusura di circa 460.000 aziende. A rischio 1 milione di posti di lavoro e quasi circa 80 miliardi di euro di fatturato per l’esercizio del 2021. In modo particolare sono a rischio le aziende che hanno meno di 10 addetti al di sotto dei 500.000,00 euro di fatturato pari all’11,5% del totale. I dati del rapporto sono stati raccolti attraverso una analisi delle opinioni di 4.600 commercialisti italiani che sono stati intervistati per il rapporto.
I commercialisti ritengono che per evitare l’aumento delle chiusure aziendali è necessario agire sui seguenti elementi:
- Chiarezza nei testi normativi;
- Tempestività nei chiarimenti sulle prassi amministrative
- Riduzione del numero degli adempimenti per le imprese;
- Migliore distribuzione delle risorse pubbliche.
I fallimenti delle aziende sono molto significativi in termini numerici. Tra aprile 2020 e settembre 2020 il numero dei fallimenti è stato pari a circa 100 mila unità, con un numero mensile pari a 15.000 unità ed un valore giornaliero pari a 544 unità. Nello specifico sono state chiuse circa 27.000 aziende del settore del commercio, circa 12.500 aziende del settore edilizio, circa 8.600 aziende del turismo e 8.500 aziende dell’industria. Il 23% delle aziende italiane ha un capitale circolante negativo con un livello elevato di indebitamento. Inoltre anche le previsioni delle aziende sono assolutamente negative. Infatti nel novembre 2020 sono previste delle riduzioni rispetto al novembre 2019 come indicato di seguito:
- le imprese di alloggio, turismo e ristorazione prevedono una riduzione del 31,8% delle entrate programmate;
- i servizi operativi e di supporto alle imprese e alle persone prevedono una riduzione di circa il 30,8% dell’ammontare complessivo delle entrate rispetto all’esercizio precedente;
- le aziende dei servizi dei media e della comunicazione prevedono una riduzione del 28,5% dell’ammontare delle entrate programmate.
- Il settore della carta, cartotecnica e stampa prevede una riduzione di un ammontare pari al 43,1%;
- Il settore legno e mobile prevede una riduzione del 39,7%
- Le altre industrie prevedono una riduzione pari a 34%;
- L’abbigliamento e le calzature prevedono una riduzione di un ammontare pari a -31,00%
Tuttavia non sono solo le piccole e medie imprese ad essere a rischio di chiusura. Vi sono anche molte aziende di grandi dimensioni che hanno subito la crisi economica da Covid.
La crisi infatti ha colpito anche i marchi dell’abbigliamento e le aziende impegnate nella distribuzione commerciale di prodotti di abbigliamento. Per esempio l’azienda Rifle, azienda italiana leader del settore dei jeans ha chiuso a seguito dell’emergenza Covid19. L’azienda Zara ha dovuto chiudere circa 1.200 negozi fisici tra l’Europa e l’Asia. L’azienda Levi’s ha ridotto i propri dipendenti di un ammontare pari a 700 unità. L’azienda H&M ha registrato un crollo del fatturato e ha deciso di puntare sulle vendite online.
Le vendite a credito delle aziende italiane.
In modo particolare le aziende italiane hanno iniziato a concedere dei significativi crediti nei confronti dei clienti. Nello specifico il numero delle aziende italiane che ha aumentato le vendite a credito è cresciuto fino a raggiungere il 55,00%. Infatti le aziende dinanzi alla riduzione della liquidità dei clienti hanno reagito attraverso l’aumento del credito commerciale concesso. In modo particolare le dilazioni di pagamento sono state concesse nell’interno delle strutture di tipo Business to Business.
Conclusioni.
Gli effetti del Covid sembrano essere difficili da assorbire per l’economia nel suo complesso. L’elemento che certamente preoccupa è la riduzione dei consumi. Infatti occorre considerare che il PIL è in larga parte costituito da consumi per un ammontare pari a circa il 75%-80%. Ne deriva che riduzioni significative dei consumi possono avere un impatto assai significativo sul PIL. In effetti la compressione del PIL prevista anche dagli organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale è sostanzialmente da attribuire ad una riduzione dei consumi. Poiché nel I trimestre del 2021 è prevista una crescita dei consumi è ampiamente probabile che si verifichi un rimbalzo nel PIL positivo. Tuttavia l’impatto positivo potrebbe non essere trasferito alle aziende che magari soffrono delle condizioni di sofferenza finanziaria pregressa e che necessiterebbero di ulteriori trasferimenti finanziari per poter rimanere nella condizione di operatività. Le politiche per salvare le imprese in difficoltà finanziaria richiedono necessariamente il coinvolgimento del sistema bancario per fare in modo che le aziende possano ottenere delle risorse finanziarie per resistere nelle fasi di shortage di liquidità. Tuttavia, poiché i fondi del Recovery verranno spesi probabilmente nel periodo 2021-2022 è molto chiaro che molte aziende non avranno la possibilità di ottenere le risorse finanziarie in tempo per evitare le chiusure ed i fallimenti. In questo contesto il riferimento ad un insieme di garanzie sui crediti come per esempio le fideiussioni, o progetti a fondo perduto con pronta liquidità, potrebbero essere in grado di salvare molte imprese dal fallimento e dalla chiusura e di ridurre la crescita della disoccupazione.
Soluzioni offerte dall’azienda Dyrecta Lab.
Nonostante le evidenti limitazioni indotte dal clima economico vi sono alcune soluzioni che possono essere implementate dalle imprese per restare competitive e superare la crisi:
- Utilizzo di sistemi gestionali che migliorano i processi: le aziende possono ridurre i costi fissi, recuperare competitività ed incrementare il valore aggiunto prodotto con delle positive ricadute anche occupazionali oltre che in termini di customer satisfaction. Dyrecta Lab ha sviluppato l’innovativo Dyr Process, un Business Process Management che consente di ottimizzare i processi aziendali mappando flussi operativi, ruoli e responsabilità e monitorando i KPI aziendali. Per ulteriori informazioni contattaci.
- Incentivi e politiche fiscali di sostegno alle aziende: Dyrecta Lab sostiene i propri clienti consentendo loro di accedere ai bandi e agli aiuti fiscali. Inoltre in visione prospettica anche i fondi del Recovery Fund potranno essere impiegati per il sostegno delle aziende in crisi;
- E-commerce: l’e-commerce è in grado di offrire dei vantaggi significativi sostenendo le vendite ed aprendo le aziende a nuovi e più efficienti mercati. Dyrecta Lab con il suo servizio professionale BeeCart aiuta le aziende ad aprire un nuovo canale di vendita e a posizionarsi nel mercato online con una crescita delle vendite prevista pari al 30,00%;
- Percorsi di formazione a sostegno degli imprenditori: l’azienda Dyrecta Lab offre anche percorsi di formazione customizzati che aiutano gli imprenditori a sostenere la crescita delle loro aziende anche durante la crisi. Grazie alla formazione offerta da Dyrecta Lab, gli imprenditori possono guardare con maggiore fiducia nel futuro cogliendo anche le opportunità che il rinnovo del mercato indotto dalla crisi apre alle imprese resilienti.