Nell’articolo scientifico vengono analizzate le variabili in grado di avere un impatto in termini di “Risorse Umane”, facendo riferimento a 36 paesi europei nel periodo tra il 2010 e il 2019. I dati utili per lo studio, sono stati estratti dall’European innovation Scoreboard della Commissione Europea e sono stati analizzati con le metodologie econometriche in grado di tenere insieme la dimensione spaziale con le serie storiche (es. Panel Data con effetti fissi, effetti random, Pooled OLS, OLS presato-WLS e Dynamic Panel) confermando la validità statistica dei risultati.
Le risorse umane crescono insieme alla presenza di sistemi di ricerca attraenti, all’istruzione, all’indice di innovazione, alla presenza di una rete di collegamenti e relazioni tra il pubblico e privato per incrementare le spese in ricerca e sviluppo, nonché la performance complessiva dell’economia.
Tuttavia vi sono anche degli elementi che possono ridurre il valore delle risorse umane, come lo sviluppo di strumenti finanziari privatistici per la ricerca e sviluppo, la presenza di innovatori, di assets intellettuali e l’impatto della ricerca sulle vendite.
Occorre considerare che esiste un elemento paradossale nell’utilizzo delle risorse umane. Infatti, soprattutto nell’ambito della quarta rivoluzione industriale, le risorse umane qualificate e skillate, sono impegnate nell’efficientamento dei sistemi di produzione attraverso il mix di automazione ed intelligenza artificiale.
E proprio l’automazione e l’intelligenza artificiale, potrebbero creare disoccupazione sia nei settori dell’industria manifatturiera, sia nel settore dei servizi professionali e creativi. Ne deriva che l’impiego delle risorse umane nel futuro, potrebbe diminuire anche per le professioni qualificate sotto il punto di vista delle skill. L’intelligenza artificiale, infatti, promette di produrre valore anche nei settori connessi alla creatività e all’esercizio delle conoscenze tecnico-scientifiche come nei vari settori professionali.
Nel futuro, le risorse umane potrebbero diventare ridondanti, prive di capacità produttiva e dare origine a quella che l’antropologi Harari ha definito l’useless class”, ovvero la classe inutile.
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