Il Black Friday è l’ultimo venerdì di novembre, quest’anno il giorno 27.
Negli Usa è un giorno di shopping che segue la festa del Thanksgiving. Tuttavia dagli USA tale festività è stata esportata anche negli altri paesi. A partire dal 2005 il Black Friday è il giorno nel quale gli statunitensi consumano di più. In termini di valore assoluto il valore del Black Friday negli USA risulta essere molto rilevante. Nel Black Friday del 2004 il valore delle spese dei consumatori americani è stato pari ad un ammontare di 467.2 miliardi di dollari. Nel passaggio tra il 2004 ed il 2018[1] il valore delle spese degli statunitensi è aumentato da un ammontare pari a 467,2 miliardi di dollari fino ad un ammontare pari a 729,1 miliardi di dollari ovvero una crescita in valore assoluto pari a circa 261,9 miliardi di dollari pari a circa il 56,6%.
In termini di PIL italiano gli statunitensi hanno consumato in un solo giorno circa il 35,5% del valore aggiunto. Il tasso di crescita de consumi del Black Friday nel periodo considerato, ovvero tra il 2004 ed il 2014, negli Usa è pari a circa il 3,04%. Tuttavia dall’andamento dei consumi dell’economia statunitense relativi al Black Friday è possibile rilevare la presenza di cicli economici. Come è infatti possibile verificare nel corso del 2008 il valore del tasso di crescita della spesa per il Black Friday è diventato negativo con un ammontare del tasso pari a -4,66%. Tuttavia il tasso di crescita del Black Friday è successivamente cresciuto a partire dall’esercizio 2009 con un tasso pari allo 0,24%. In termini di valore pro-capite, il valore della spesa degli statunitensi è cresciuto da un valore pari a 1.424,39 dollari del 2004 fino ad un ammontare pari a circa 2.222,87 dollari del 2019. Complessivamente tra il 2004 ed il 2019 il valore delle spese degli statunitensi per il Black Friday è aumentato di circa 262 miliardi di dollari.
Chiaramente il Black Friday è un tipo di competizione che mette al centro i prezzi al ribasso nella competizione sia online che negli store reali. A questo proposito è necessario considerare che se il prezzo degli store reali risulta essere difficile da controllare, i prezzi dell’online possono essere analizzati grazie a degli strumenti che consentono di realizzare le attività di price determination e le attività di dynamic pricing. Entrambe le opzioni sono infatti assai difficili da applicare negli store reali e risultano essere invece in genere relegate agli store online. Tuttavia per performare in modo efficace gli strumenti della price determination e del dynamic pricing gli esercizi di e-commerce devono avere la possibilità di poter analizzare i dati storici dei clienti ovvero di poter verificare la presenza della cosiddetta purchasing history. Tali dati possono consentire il phishing del consumatore. Il consumatore viene quindi “pescato” grazie ai dati che l’e-commerce ha circa i suoi gusti e la sua capacità di spesa. Tali strumenti possono aumentare in modo considerevole il profitto per gli esercizi commerciali online. Tuttavia il black friday può essere comunque molto rischioso per i gestori di e-commerce. Infatti essi potrebbero essere coinvolti in una price-war. In una price-war il prezzo di uno stesso bene che vien venduto da diversi soggetti viene sottoposto ad una significativa tensione al ribasso dovuta la competizione tra i venditori. In tale competizione al ribasso il venditore per acquisire il cliente in realtà perde il profitto. Al di sotto di un certo grado la price war diventa priva di efficienza ed il venditore deve scegliere se perdere il cliente oppure perdere il profitto.
Per vincere nella competizione del black Friday è assolutamente necessario per i venditori procedere ad incrementare le proprie dotazioni di magazzino ed essere pronti, con riferimento alle vendite online a quelle che sono le variazioni diminutive di prezzo indotte dalle price war.
Il venditore ha quindi sostanzialmente 3 strategie che può adottare delle quali due sono certamente profittevoli ovvero: la price determination ed il dynamic pricing mentre l’altra risulta essere rischiosa e potenzialmente distruttiva ovvero il coinvolgimento nelle price war.
L’effetto nette di queste tre diverse strategie di marketing risulta essere certamente vincente per il venditore, soprattutto se ha provveduto ad incrementare la propria dotazione di magazzino in modo da avere una maggiore marginalità sul singolo prodotto venduto ed avere maggiori chances di guadagnare i clienti con profitti accettabili anche durante le price wars.
Il black Friday quindi è una occasione molto rilevante per il dare dinamismo ad un sistema economico che ha visto ridurre significativamente la propria dimensione commerciale in connessione al covid. Tuttavia, occorre che i venditori online utilizzino delle adeguate strategie per difendersi dal rischio delle price wars che potrebbero vanificare insieme profitti e clienti. L’aumento della dotazione di magazzino può consentire anche ai venditori più ribassisti di aumentare comunque il profitto pure in presenza di una marginalità a pezzo ridotta.