La transizione digitale è un tema prioritario per la crescita sostenibile del nostro paese, ed è quello di cui si è discusso durante il Forum organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi lo scorso 23 e 24 giugno in videoconferenza, con numerosi ospiti internazionali a rappresentare i Paesi del G20.
“L’obiettivo della Presidenza italiana del G20” ha detto il Ministro Giorgetti, “è favorire una ripresa resiliente, sostenibile e inclusiva attraverso tre dimensioni, ossia persone, pianeta, prosperità. Sono stati messi a disposizione 24 miliardi di euro per supportare gli investimenti tangibili e intangibili in ricerca e sviluppo grazie ai fondi del Next Generation Eu. La Presidenza Italiana, anche grazie ad eventi come questo, invita i Ministri del G20 ad impegnarsi in azioni concrete per favorire la transizione digitale nell’industria.”
Il Sottosegretario Anna Ascani ha invece sottolineato come sia importante investire sul fattore umano, sulle capacità e sulle competenze oltre che sulla tecnologia, perché l’innovazione deve essere un atto politico.
Nell’attuale contesto, grazie all’intelligenza artificiale possiamo velocizzare le operations, diminuire il time to market, prendere decisioni basate sui dati e ottimizzare la produzione.
Andrea Poggi, membro del Comitato Esecutivo per Deloitte Nord e Sud Europa, ha sottolineato che “driver strategico per la ripartenza sarà l’Innovability, il paradigma con cui viene definita la convergenza tra innovazione e sostenibilità, intesa con un’accezione sempre più ampia. In questo i fondi del Next Generation EU ci verranno in aiuto: sarà quanto mai indispensabile utilizzarli al meglio e calibrare le singole azioni sulla base di queste nuove priorità”.
Altro aspetto discusso è stato quello della protezione e sicurezza dei dati.
L’obiettivo dei governi deve essere il miglioramento della vita dei cittadini grazie alla digitalizzazione ma occorre lavorare sull’interoperabilità per migliorare i servizi ai cittadini affinché tutti possano accedervi garantendo sicurezza e protezione. Su questi aspetti l’Europa ha assunto un ruolo di guida rilevante anche livello globale nella progettazione e nella definizione di regole e standard democratici per la digitalizzazione.
Dal Forum sono emerse tre aree chiave per superare il digital divide.
La prima è rappresentata dalla connettività, sostenendo lo sviluppo di reti ultra-veloci (oggi oltre il 49% della popolazione mondiale non ha un accesso stabile a Internet e si stima che per ogni 10% in più di diffusione di banda larga possa generare un aumento del PIL tra lo 0,5-1,5%).
La seconda area chiave è relativa agli investimenti e sostegni alla ricerca e all’innovazione tanto nel settore pubblico quanto in quello privato.
Infine la terza è incentrata sulle nuove competenze, che includano tutti gli attori dell’economia digitale, come PA, imprese, cittadini e consumatori.
Durante i due giorni di lavoro a cui hanno partecipato i rappresentanti del mondo imprenditoriale, della ricerca, del lavoro, relatori accademici ed esperti da diverse parti del mondo, è emersa la conclusione condivisa che la trasformazione digitale deve essere accompagnata dalla transizione ecologica nell’efficientamento dei processi produttivi per creare valore e disegnare nuovi scenari di sviluppo e sostenibilità.
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