E’ un momento importante per l’innovazione dell’approccio della Sanità con i pazienti nel contesto dei dispositivi medici.
Nell’eterogeneità di applicazioni nel contesto della telemedicina, le situazioni sono naturalmente differenti: le fasi della gestione e del trattamento del paziente passano dalla prevenzione, alla diagnosi e alla cura.
Sono moltissime le tipologie di dispositivi medici che, grazie all’integrazione dell’ICT, forniscono soluzioni e applicazioni di “telemedicina”.
Pensiamo ad esempio, alla telecardiologia, alla videoconsultazione (trasmissione esami diagnostici, immagini patologiche, vetrini istologici, teleconsulto dermatologico, etc.) alla teleassistenza e telesoccorso, alla teleriabilitazione (riabilitazione fisica, pneumologica e cardiologica) fino al telemonitoraggio dei pazienti affetti da patologie croniche.
Ci sono, indubbiamente degli aspetti che hanno bisogno di essere affrontati, primo fra tutti il trattamento dei dati sensibili del paziente, ma anche un approccio alla identificazione e risoluzione delle criticità, allo standard dei modelli di gestione e alla formazione del personale sanitario.
La Telemedicina, insieme agli altri strumenti di digitalizzazione dei processi(dematerializzazione di documenti ed immagini, creazione di Reti di Patologia telematiche, diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico) sono ormai disponibili e vantaggi in termini di risparmio ed efficienza sono assodati.
Al di là dell’efficacia e del concreto cambiamento che esse comportano, si portano dietro anche tutta una serie di interrogativi: come si inseriscono queste prestazioni nel consolidato quadro del Servizio Sanitario Nazionale?
Il testo di riferimento più aggiornato è stato diffuso dal ministero della Salute lo scorso 27 ottobre: si tratta delle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” che indica quale sia il regime di erogazione della “televisita, il teleconsulto medico, la teleconsulenza medicosanitaria, la teleassistenza da parte di professioni sanitarie”.
Molte sono le altre indicazioni contenute nel documento, per esempio in tema di consenso e di informazioni che devono essere garantite al paziente.
È necessario segnalare, a favore dei medici che effettuano prestazioni in telemedicina, quali siano i requisiti strumentali che le linee guida sottolineano come da rispettare.
- Rete di collegamento sempre disponibile tra medici e pazienti.
- Portale web a cui i medici accedono con il proprio account per gestire i pazienti assegnati.
- Accesso alla pagina web da computer o tablet o smartphone per i sanitari.
- Login dei pazienti semplice, che permetta di accedere al servizio con un account e con verifica dell’identità.
- Compatibilità con il GDPR per il trattamento dei dati personali.
- Gli strumenti digitali (computer, tablet, smartphone) che i pazienti hanno a disposizione
- Certificazione dell’hardware e/o del software, come dispositivo medico, idonea alla tipologia di prestazione che si intende effettuare in telemedicina .
Vi sono anche delle indicazioni specifiche per il lavoro del clinico in televisita che sono importanti perché implicano che in nessun caso l’attività di telemedicina può essere, per così dire, autogestita, ma risulta comunque un’attività strutturata all’interno dei protocolli Ssn.
Ma abbiamo dovuto essere travolti dalla pandemia da COVID-19 per tornare a parlare realmente dell’importanza della telemedicina e vedere qualche azione concreta, soprattutto per la gestione delle cronicità.
«Uno degli insegnamenti che possiamo trarre da quanto accaduto in questi mesi – dichiara Rodrigo Diaz de Vivar, Amministratore Delegato di Roche Diabetes Care Italy – è l’importanza di una riflessione chiara su una riforma complessiva del sistema sanitario italiano. Infatti, al di là della pandemia, i fenomeni dell’invecchiamento e della denatalità si accompagnano alla crescita della cronicità, che rappresenta anche un problema economico, perché, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la cronicità assorbe dall’82% all’84% delle risorse pubbliche. Vanno ridotte disparità e disuguaglianze di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, senza distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche. Condividiamo l’importanza di sviluppare la medicina di prossimità, ovvero vicina a dove si trova il paziente, va potenziata l’assistenza territoriale per la gestione delle cronicità e la digitalizzazione rappresenta un fattore abilitante e prioritario per favorire la comunicazione ospedale-territorio-cittadino. La digitalizzazione della sanità può contribuire, quindi, all’obiettivo di aumentare l’efficacia e l’efficienza del processo di cura, ma anche di fornire informazioni che orientino le scelte cliniche, organizzative e gestionali, anche in ottica predittiva, nonché di rappresentare uno strumento utile a fornire maggiori informazioni al paziente. Tutto ciò è possibile se si investe nella formazione del personale sanitario e nell’incrementare la health literacy dei cittadini, per aumentare la partecipazione attiva della comunità, soprattutto se si sostiene questa evoluzione con un sistema adeguato di procurement, maggiormente focalizzato sulla qualità delle soluzioni e sul valore medico che esse generano», conclude.
Sono ormai praticamente definite le Linee Guida sulla Telemedicina, ma da sole non bastano. Servono dei programmi operativi a livello regionale, con obiettivi chiari e tempi di implementazione ben definiti, e con sistemi di controllo efficaci.
“Non ci sono rimedi universali e neanche la telemedicina risolvera’ tutti i problemi, ma certamente e’ uno strumento potentissimo per prevenire alcune patologie, gestirne delle altre e risolverne una grande quantita’ dice Alessandro Beux, presidente della Federazione nazionale degli Ordini TSRM-PTSRP, Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione Italiana, non può e non deve essere minacciato. E’ possibile coniugare rigore economico e investimenti mirati all’efficientamento.
I pazienti sono stati spinti a comprendere e utilizzare le app di videochiamata, soprattutto gli ultrasessantenni e sono stati disposti a passare alla modalità virtuale per sottoporsi a visite mediche.
Stando a quanto emerge da uno studio di Deloitte che analizza i trend nei suddetti settori di riferimento nei prossimi mesi, la percentuale delle visite mediche erogate da remoto salirà al 5% a livello globale nel 2021, rispetto all’1% stimato nel 2019.
Dyrecta Lab è impegnata, in collaborazione con università e diverse strutture sanitarie italiane, nell’implementazione di sistemi informativi che facilitano i processi di:
- Domiciliazione delle cure mediche
- Monitoraggio dei pazienti cronici e affetti da malattie rare
- Riabilitazione del linguaggio
- Monitoraggio dei parametri vitali
- Compliance terapeutica
Il sistema di telemonitoraggio e teleassistenza sviluppato da Dyrecta Lab s.r.l. raccoglie e analizza in maniera automatica i dati sanitari utili alla diagnosi e alla prognosi attraverso applicazioni mobile, dispositivi indossabili e complementi d’arredo intelligenti, permettendo al Care Manager di controllare la salute dei pazienti da remoto, ottenere previsioni avanzate sulle probabilità di peggioramento dei pazienti e gestire le emergenze in maniera tempestiva o offrire videoconsulto e videoassistenza.
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Dyrecta Lab, inoltre,è lead partner in un progetto europeo sulla Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale applicata all’ambito intraoperatorio.
Le nostre pubblicazioni: “Intelligenza Artificiale, Telemedicina e Big Data”
A Study of a Health Resources Management Platform Integrating Neural Networks and DSS Telemedicine for Homecare Assistance
Improvements in haematology for home health assistance and monitoring by a web based communication system
Scarica qui il pdf “TELEMEDICINA-Linee di indirizzo nazionali”