Apple rispolvera il suo progetto Titan per un’auto autonoma elettrica a marchio proprio. L’obiettivo è il 2024, quando la vettura di Cupertino potrebbe essere presentata al mondo, ma secondo l’analista della KGI Securities Ming-Chi Kuo, Apple car non arriverà sul mercato prima del triennio 2025-2027.
Ad ogni modo, l’indiscrezione ha fatto decollare i titoli di Apple, che hanno guadagnato oltre il 4% per chiudere poi in rialzo del 2,85%.
Il vantaggio competitivo della Apple car sulle case automobilistiche produttrici di veicoli elettrici sarebbe legato alle batterie.
La Apple Car, secondo quanto riportato da Reuters, l’autorevole agenzia di stampa britannica, sarà munita di una batteria rivoluzionaria in grado di ridurre drasticamente i costi ed estendere la durata in chilometri della vettura e che sarà destinata all’uso privato.
Stando alle indiscrezioni la batteria della futura Apple Car non sarà composta da moduli ma da una struttura unica in modo che, a parità di volume occupato, la densità energetica dovrebbe essere maggiore essendo fisicamente presente più materiale attivo.
Sempre secondo Reuters, la batteria potrebbe essere basata sulla chimica al litio-ferro-fosfato (LFP) per ridurre la probabilità di surriscaldamento e che i costi di produzione potrebbero essere sensibilmente più bassi rispetto alle batterie disponibili commercialmente.
La riduzione dei costi dovrebbe essere legata essenzialmente alla mancanza di cobalto (su cui si basano le batterie della concorrenza), il cui approvvigionamento è sempre più difficoltoso.
Inoltre, il 60% del cobalto viene dalla Repubblica Democratica del Congo e nelle procedure di estrazione viene sfruttata manodopera minorile e, quindi, non sarebbe un materiale “etico”.
Lo sviluppo di questa batteria così rivoluzionaria ha rallentato la messa a punto del veicolo stesso.
L’auto inoltre sarà dotata di sensori LiDAR, sviluppati per iPhone 12 e iPad Pro, per analizzare i dintorni del veicolo e alimentare, di dati, il sistema di guida autonoma.
I sensori LiDAR (Light Detection and Ranging) prodotti da Apple permettono di mappare ciò che viene inquadrato dalla fotocamera effettuando una scansione laser della scena anche in condizioni di luce scarsa come previsto dal Progetto Titan.
Sebbene Apple abbia le risorse necessarie per costruire le facilities che occorrono per l’assemblaggio del veicolo, la complessità del processo è tale da rendere piuttosto certo che non sarà la stessa casa di Cupertino a produrre i veicoli elettrici. Non è chiaro, però, chi potrebbe essere il partner di Apple per la fase di assemblaggio del veicolo.
“Una delle nostre maggiori preoccupazioni sulla Apple Car è che, quando verrà lanciata, gli attuali marchi di auto a guida autonoma avranno accumulato almeno cinque anni di big data, intelligenza artificiale e deep learning. Come farà Apple a recuperare questo ritardo?”
Una delle sfide più difficili che Apple potrebbe trovarsi ad affrontare in questo ambito è legata proprio al gap da colmare nei confronti di alcuni concorrenti (Tesla e Waymo su tutti) per quanto concerne le soluzioni di intelligenza artificiale a cui affidare la gestione delle vetture.
Una possibile risposta è quella che porta alla partnership con terze parti, per la fase di istruzione degli algoritmi così come per la produzione vera e propria delle vetture.
Kuo sostiene che “se la Apple Car vuole avere successo in futuro, il fattore chiave sono i big data e l’intelligenza artificiale, non l’hardware”.
Senza dubbio il modello di business della “mela” è andato cambiando e diversificandosi nel corso degli ultimi anni e continuerà a farlo, concentrandosi sempre più sui servizi in modo da compensare una fisiologica flessione nelle vendite di dispositivi come gli iPhone. Solo il tempo dirà se nella visione di Cupertino rientreranno anche le quattro ruote: i lavori fin qui condotti sulla piattaforma sembrano ad ogni modo puntare in questa direzione.
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