L’e-commerce in Italia
In Italia sono 16 mila le aziende che fanno commercio elettronico nel 2016 e arriveranno a 50 mila nel 2025. Un terzo di esse è localizzato in due regioni: Lombardia (3 mila) e Lazio (1.840). Seguono Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Venetoe Toscana.
Gli italiani che hanno accesso a internet sono 28,7 milioni, quasi un milione in più del 2015 quando erano 27,8 milioni. Circa21,7 milioni di italiani accedono alla rete giornalmente, navigando mediamente per due ore. Cresce l’accesso a internet dadispositivi mobili come smartphone e tablet, con circa 22,3 milioni di utenti attivi nel mese. Il 75,8% degli utenti on line, 21,8 milioni, ha visitato almeno un sito o applicazione dedicato all’e-commerce, dedicandovi in media 1 ora e 39 minuti.
Il valore del fatturato dall’e-commerce è stimato in 28,8 miliardi di Euro nel 2015. A generare questo fatturato è soprattutto la presenza già marcata, e in continua crescita, dei grandi player internazionali che si stanno posizionando anche in nuovi settori come alimentare e moda.
Il 2015 è stato l’anno del lancio di Amazon Prime Now per la consegna della spesa a Milano e in 34 comuni dell’hinterland. Lanciato in Italia a novembre 2015, permette l’acquisto di oltre 20 mila prodotti grocery e di altre tipologie, inclusi prodotti freschi, e da febbraio 2016 anche oltre 30 tipologie di frutta e verdura fresche.
L’e-commerce in Europa
Nel 2015, il valore dell’e-commerce in Europa è stimato essere 477 miliardi di dollari con Regno Unito, Germania e Franciache coprono circa due terzi del fatturato totale. Al settimo posto dopo Russia, Spagna e Olanda si posiziona l’Italia.
Il Regno Unito, nel 2015, ha raggiunto un fatturato di 60 miliardi di sterline, confermandosi leader sulle vendite online al dettaglio. In forte crescita c’è il mobile commerce che oggi rappresenta un terzo delle vendite. Nel 2019 si prevede che arriverà a rappresentarne il 43,7%.
Dal 1 gennaio 2015, nella vendita di beni digitali e servizi all’interno della Comunità Europea, si applica l’IVA del paese di provenienza del cliente. Per questo motivo, società con base in Lussemburgo come ad esempio Skype, non beneficeranno più delle tassazioni agevolate IVA. Per agevolare gli esercenti che ora devono gestire percentuali di IVA differenziate per ogni nazionalità dei clienti, sono stati predisposti dei centri dedicati, come ad esempio il MOSS, costituito in Italia dall’Agenzia delle Entrate. Per i beni fisici questa norma non è ancora operativa e quindi si evidenziano le forti differenze di IVA: in alcuni paesi come Malta o Cipro è al 18% mentre in altri come Svezia o Danimarca è al 25%: Questa differenza è ancora più marcata per alcune tipologie di beni, come i vestiti per bambini allo 0% in Gran Bretagna.
L’ e-commerce nel Mondo
Nel 2015, la vendita online, ha rappresentato il 7,4% del totale del mercato di vendita livello globale. Entro il 2019, questo valore sarà più che raddoppiato per raggiungere i 3.578 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il mercato B2B, si stima che il fatturato e-commerce mondiale raggiungerà i 6.700 miliardi di dollari entro il 2020, grazie a piattaforme pubbliche multi settore come Alibaba e Amazon.
Nel B2C i mercati di maggiori dimensioni restano Stati Uniti e Cina, e i player principali del mercato sono colossi globali comeAmazon, che nel 2015 ha fatturato a livello globale 98 miliardi di Euro, e per il mercato cinese, Alibaba.