Lo scorso febbraio Elon Musk aveva annunciato su Clubhouse che la sua società Neuralink aveva applicato nel cervello di una scimmia i chip Link per farla giocare a MindPong, la versione di Pong da poter giocare con la mente.
A dispetto dei più scettici, qualche giorno fa Neuralink ha mostrato il video in cui la scimmia Pager fa una partita a Pong usando solo la forza del pensiero.
Merito del chip wireless N1 Link, un dispositivo di registrazione neurale e di trasmissione dati dotato di 1024 elettrodi, che in un futuro prossimo permetterebbe alle persone disabili di riottenere alcune abilità motorie.
Entrando più nel dettaglio, al simpatico Macaco di 9 anni sono stati impiantati due Link nelle aree del cervello che controllano mani e braccia.
Pager ha poi imparato a utilizzare il videogioco manovrando un joystick e ricevendo in premio frullato alla banana.
In tal modo, grazie all’intelligenza artificiale, i sensori hanno potuto mappare i neuroni attivati dalla scimmia per ogni azione, creando così un modello predittivo personalizzato basato sul machine learning.
Nella fase successiva dell’esperimento, è stato tolto il joystick, e il macaco ha potuto contare solo sul suo cervello per muovere le barrette del gioco.
Mentre Pager gioca, NeuraLink registra le informazioni relative a quali neuroni si stanno attivando, imparando a prevedere quali regioni del cervello vengono coinvolte per ogni movimento della mano.
Il chip di Neuralink è collegabile con qualsiasi smartphone, esattamente come se fosse uno smart speaker.
Secondo quanto riferito da Musk in un tweet, l’obiettivo di Neuralink è di permettere “ad una persona paralizzata di usare uno smartphone con la mente molto può velocemente di qualcuno che usa i pollici” e le successive implementazioni “consentiranno ai paraplegici di camminare di nuovo”.
Musk ha dichiarato che entro il 2021 potrebbero già partire i test sull’uomo.
Qualcuno ipotizza che il visionario CEO di Tesla e di SpaceX abbia in mente qualcosa di più grandioso : la simbiosi uomo-macchina, ossia il potenziamento delle capacità cerebrali dell’individuo per evitare che venga scavalcato da un’intelligenza artificiale sempre più potente e capace di scavalcare quella umana, che secondo lui è una minaccia da cui dobbiamo difenderci.
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