OCCHI BIONICI
La ricerca sperimentale si dirige verso la costruzione di dispositivi bionici.
Il disegno di impianti elettronici wireless miniaturizzati, connessi al cervello per restaurare la vista delle persone cieche è un progetto ambizioso al quale ha lavorato l’Università di Monash in Australia, precedente a quello di Elon Musk, Neuralink.
Molte persone clinicamente non vedenti hanno danneggiato i nervi ottici, questo gli impedisce la trasmissione dei segnali dalla retina al cervello. Il sistema di visione bionica Gennaris può bypassare questo danno, rendendo possibile il trattamento di molte condizioni che attualmente hanno limitazioni di trattamento.
Gennaris è il frutto di Monash Vision Group (MVG). Il sistema comprende un copricapo progettato su misura con una telecamera e un trasmettitore wireless, un’unità di elaborazione della vista e un software e un set di tessere di 9 × 9 mm che vengono impiantate nel cervello. La scena catturata dalla videocamera nel copricapo verrà inviata al processore di visione – di dimensioni simili a uno smartphone – dove verrà elaborata per estrarre le informazioni più utili.
I dati elaborati verranno trasmessi in modalità wireless a circuiti complessi all’interno di ciascuna piastrella impiantata; questo convertirà i dati in un modello di impulsi elettrici, che stimolerà il cervello tramite micro-elettrodi sottili come capelli.
Ulteriori indagini hanno dimostrato che questa tecnologia promette di fornire migliori risultati di salute a pazienti con condizioni neurologiche altrimenti non curabili, come la paralisi degli arti.
https://www.monash.edu/bioniceye
NEURALINK
Neuralink è una azienda statunitense di neuro-tecnologie, fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui Elon Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili. L’obiettivo di Neuralink è quello di superare delle barriere spinali o cerebrali e poter appoggiare attraverso la tecnologia la risoluzione di questi limiti.
1024 elettrodi sottilissimi vengono impiantanti nel cervello con un chip di 23 mm x 8 mm e spesso 10 mm e quindi non visibile dall’esterno, che viene posizionato nel cranio. Gli elettrodi leggono l’attività neuronale ed inviano l’informazione a un piccolo computer per decodificarla. A livello fisico, si avrebbe solo una cicatrice cutanea sul luogo dell’impianto. Il sistema è ricaricato ad induzione, allo stesso modo in cui viene ricaricato uno smartwatch o un telefono. Quindi, può essere utilizzato durante tutto il giorno e poi essere ricaricato la notte per avere una piena funzionalità.
Le applicazioni potenziali sono dirette verso il registro delle intenzioni degli utenti relative al movimento che saranno elaborate da algoritmi adattativi che miglioreranno continuamente la decodifica dell’informazione consentendo agli utenti un futuro controllo su un computer ed altri dispositivi.
Questa sarà la strada che probabilmente, nei prossimi anni percorreranno le aziende tecnologiche produttrici di sistemi di AI per recuperare il tempo cruciale dei medici e ottimizzare le enormi quantità di risorse che vengono perdute ogni giorno nei sistemi sanitari, eliminando diagnosi errate e ritardi nelle cure pericolosi per la vita dei pazienti.